82 SCRITTURE DI CRISTOFORO SABBADINO questa laguna, obedientissimo a mandati de VV. Ex/me Signorie dirò il parer et opinion mia. Che il benefitio de questa laguna, la conservation del bon aere, el mantinimento de’ porti è et seria, che, tanto quanto l’acqua salsa puoi ascender verso la terra ferma, la si lasciasse ascender, et che li lochi silvestri, come sono canedi, cuorine e molare, lassarli star corno stano, e lassar che le acque salse sopra queli ascendino al suo piacer e dessendino senza ostaculo alcuno per le ragioni infrascritte, videlicet: Havendo la laguna perso il suo fondo e largezza e de caratti 24 de bontà reduta in men de sei, volendo strenzerla più di quel che lei è, senza niun dubio la perderà il suo resto. Il far de arzeri, il redur a coltura li luoghi restati de sotto de li arzeri preditti, non è altro che strenzer la laguna e tuor la forza ale acque salse, che non possino ascender sino al suo termine o per sopravia li luoghi, over per li canali e luoghi bassi. Perchè, se le acque ascendessino fino ali arzeri soprascritti, o poco manco, quelle consu-mariano a poco a poco li luoghi alti e li reduriano a bassezza, per il che il vaso si agranderia, che saria l’utile e benefitio grandissimo dela laguna. Et esse acque, essendo molte, fariano molto mazzor zosane et caderiano cum molto mazor furia dale velme nei canali, et dali canali al mar per i porti, la qual furiamenaria fuori cum s\ tutte le immonditie, che trovasse esser in la laguna, e non lassaria cresser più li canedi de quel che sono, anzi li consumariano e li teneriano bassi. Nè altro puoi causar la perdita de questa laguna, che cadauna di queste due cose: la prima saria et è le acque dolci, che descendono torbide in quella, che li fanno mancar il fondo; l’altra l’astrenzer la laguna, facendo li luoghi bassi diventar alti, corno si fa cum arzeri e praticar, segar e pascolar. Cadauna de queste due da per sì è atta a ruinarla, ma tutte doi insieme molto più sufficiente a destruggerla. E perchè el se potria alegar questo benefitio, cercha lo arzerar et tagiar, cioè che le canuzze et herbazzi, quai nascono l’estate sopra dite bassure, la vernata poi si sechano e cascono in terra, e le acque, le quai ascendono sopra salse, le conducono in la laguna et l’atterrano, nè altra ragion poleno li inter-ressadi immaginarsi, a questa mi par di responder, che molto più atterrano le acque dolci turbide cum la sua gravezza e torbidezza, che non fanno le imonditie lezzere, che vano a nuoto sopra l’acqua, perchè l’acqua torbida lassa la sua torbidezza nel fondo e ferma il fondo, e le cose leziere, cum le zosane, vano fuori dei porti ; e se pur qualche cosa ne resta, quella con il tempo imarzisse e diventa fango tenero, il qual cum le bataizze, che fa l’acqua salsa in tempo de fortune, se consuma. Ma rispondenti un poco questi talli a questa ragione : Quando fosse rectrati a coltura tutti li luoghi bassi de sotto dali arzeri fino ale acque salse e che quelli luoghi fosseno asserati da arzeri, aciochè l’acqua salsa non ascendesse quelli, e portar zozo le cane et herbe seche (corno dicono) e che quelli lochi si coltivassero, dove voriano si scolassero Tacque piovane delli diti luoghi, le quai acque cascano dali terreni neli fossati torbide? non si sco-lariano nela laguna e questa torbidezza non Taterraria? Certo che sì, se’l non si facesse poi soto queli arzeri altri arzeri, che tenisseron de sopra esse acque, come è da Lizza-fusina al Dese, quali fati poi li romperiano, come hano fatto queli del Botenigo. E però concludo non esser de benefitio alcuno ala laguna il far de niuna dele soprascritte operationi, imo de malefitio grandissimo. E questo affermo per mio giuramento. (A tergo) Deposition de mi Cristoforo Sabbadin circa il coltivar arzerar, e pascolar de sotto li arzeri maestri de Brenta nova, Brenta in Resta d’aio et Cava nova. 1541, adì 28 mazo. Savi etc. Filza 119, pag. 135.