142,8 Della Hiftoria di Corfù. 1)10111,fi difpofèà S.Saluatore ; eia terza fimile a’piedi della Collina; onde da tre parti àvn tempo fu colpitala Parga, oue i noftri, non la perdonando à fatica, haueano, con trincere, con baftioni, e con fortite, procurato di difendere la Terra, e impedire le opere de gli aflalitori Ottomani . E fu tale la diligenza degli AÌfediati, che alla fine j Turchi,veggendo di non far nulla, fi tolfero con vergogna da’loro pofti, lafciando a’Corcirefi la fama di vn valor, lènza pari. L’auuedutezza del Bonauiti hebbe gran., parte nella ritirata de’barbari, i quali fcarfeggiando di palle da cinquanta, e da feifanta, quelle, che tirauan di giorno, facean di notte raccogliere ; del che auuifato ilGo-uernatore promife vn quarto di reale per ogni palla, che gli portaifero, e in poco tempo, glie neconiègnaron trecento . Ma ilBeico, che pieno d’aftio non potea (offrire, che vn vii Cartello gli haueffe fatto tale refiftenza, Tanno feguentedel 155 8 ritornò con ièi mila Turchi da fattio-ne, quattro mila gualcatori, e con molti cannoni, che da tre mila tiri fecero contro la Parga, dentro alla quale Spiro Petretino, ch’era fucceflò ai Beneuiti, valorofamente fi difendea. Otto mefi ipeiè in vano il Beico, poiché fu tale la coftanza de gli affediati ; e i foccorfi, che di mano in mano inuiaua al luogo Lorenzo Sagredo, allora Proue-ditore, e Capitano di Corfù,hebbero così buona condotta, che diiperato l’infedele icioliè Taflèdio, e con la perdita di due mila huomini pien di confufione allafua ftanza^ fece ritorno. Nè più felice fine fòrti Timprefa, che nel medefimo tempo diiègnarono i noftri fopra S.M^ura,fot-toladirettionedelProueditor Generale delle tre Ifolo Marino Marcello,il quale co’l Priore Biechi Comandante delle