SCRITTURA DEL MESSER ALVISE CORNER ECC. 39 eh’ io dirò, eh’ è hora in fatto, vi sono in uno luoeo da campi 6 milla de paluti, li quali sono paluti, perchè in uno canale, che si scollerebbono, vi sono quattro molini, uno di sotto dell’altro, li quali intertengono l’acqua et la tengono più alta di quello, che la starebbe piedi quattro, et li paluti sono paluti per piedi 1 y2 d’acqua. Et perchè tali paluti sono de diversi, li quali, tutti sano, che, se comprassero tal molini, et ehi li disfacessero, che li luoghi sui si assigurerebbono, et li possono comprare con 4 milla ducati, nè mai vi è stato modo, nè vi sarà, che si accordino et che li comprino, et io ho voluto tuorli a trazere a mie spese, et che mi dessero il quarto delli campi ritratti, et la decima in campagna, et son stato già quindici anni su quelle pratiche, nè mai potei assettare et accordare tanti cervelli. Et concludo che, quando ben Vostra Signoria concedesse le sue gratie a quelli, però non li trazzerebbono. Quella però non die haver rispetto a tuorli in lei, pagandoli però come dirò, perchè ella è obbligata, come Signore delli paesi, di fare li suoi paesi di brutti belli, et di tristo aere buono, et de inhabitabili habitabili, et de inculti cultivati, perchè, essendo hora bisognosi di vit-tuarie, allhora sarian abbondanti, senza li quali nè questa città, eh’ è inespugnabile, nè le altre sue, che sono tanto forti, non si possono dire se non deboli, essendo in paese, dove vi è mancamento di vittuarie, nè una città forte ben custodita si può perdere, se non per mancamento di quelle. Vostra Signoria adunque con questo mezzo le può far tutte inespugnabili a tal, che l’assedio non vi harà potere, oltra che la può fare li altri tanti sopradetti beni, utili, commodi, belli et buoni. Però senz’ alcun rispetto la die tuor in sè tutti tal campi pagandoli per quello, che saran stimati, che giudico un per l’altro da ducati 2, et per quel più che parerà alla benignità di Vostra Signoria. Nè questo sarà uno tuor la robba d’altri contro sua voluntà, perchè questi luoghi inutili hora non si possono nominare per robba, ma la si farà robba de Vostra Signoria, et quella, in pagamento di non robba, gli darà della robba, che saran tanti campi tratti et buoni, com’ io dirò poi. Nè penso che si potesse trovare huomo di così poco intelletto et descrettion, et sì sfazzato, che potesse dire che Vostra Signoria li dovesse lei con le sue auttorità et spese metterli a cultura, et restituirgeli così ritratti, perchè la sarebbe una dimanda fuor d’ ogni ragione et honestà. Ma, perchè Vostra Signoria procedi in questa cosa con giustitia et bontà, com’ è suo solito che la procede in tutte l’altre, ella commetterà alli Rettori delli luoghi, dove sono di tal campi, che debbano formar processi et inquirire, se tal campi possono esser messi a cultura dalli patroni senza le gratie di Vostra Signoria, le quali poi, com’ è detto, sarian gettate via, perchè a loro non giovarebbono, et la troverà che li patroni non potrano mai trazerli. Ella allhora metterà una parte nel Senato, che siano tolti nel Dominio, stimati, com’ è ditto, così inutili, et, tratti che saranno, ella li pagherà con tanti campi ritratti per quello che saranno stimati tal campi poi ritratti, che giudico che saran stimati da ducati 20 il campo. Et campi 200 milla monteran tanto, che pagheranno tutti li 600 milla campi, et le spese a retrarli, et la spesa della conservation della laguna, et un’ altra non di men importantia, et si avanzeran campi 400 milla. Et però ella li deve tore in lei ; et tolti, sì che si possano trazere come campi di Vostra Signoria, et con le gratie et pri-vilegii sui, mi offero, come buon servitor di Vostra Signoria et essendo tanto desideroso di giovare alla patria mia, alla quale tanto son tenuto, di redurgli tutti tal campi con la industria mia, mettendovi appresso la persona, et a spese mie, et in men di cinque anni. Et non però dimando premio alcuno, nè gratia alcuna si non una sola, la quale gli domanderò, et la appresso sopra ogni altra, che Vostra Signoria mi potesse concedere, et è questa, eh’ io gli dimando in gratia et la supplico che le debba piacere d’accettare questa così gloriosa impresa, perchè io gli prometto che la riuscirà, si