4f i Della Hiftoria di Corfú. anno feflantanoue alla Criftianità infeliciiììmo,non per la fola perdita di Candia, ma per quelle, che fi ponno temere,eflèndo mancato all’Italia il fortiiììmo antemurale. Io non poflfo non piagnere la caduta di vn Regno, che benché della República Venetiana, douea da altri Principi ef-fer difeiò come proprio, feruendodi arnefe a’ loro Stati, che hora fono eipofti alleinuafioni de’barbari. IVene-tiani conimmenfo teibrohan fatto per la caufa,dirò com-mune, quello, cheforfi non farebbero le Monarchie, più potentine in cinque luftri,diifipando quafi centocinquanta millioni,hanno acquiftato la gloria di più fecoli. Grande, non fi può negare, fu l’aiuto, che mandò in quefto anno Luigi Quartodecimo, fra’ Rè della Francia gloriofifli-mo; ma quando l’infermo è ipedito le medicine piùvir» tuoiè non vagliono. Candia agonizza, fe forza ioprana-turale non la lòccorre, ella muore iènza rimedio . Ccn_-ciò tutto i Veneti fi dimenano per ogni parte 3 e il General Valiero iòpra di vna Galea partì per incontrare l’armata Francciè, laiciando ordine al Colonello Culifich , cho guardaííe le riuiere da’ Corfari, che l’infeftauano. Nè fu quefto reftioall’eiècutione, eaggiugnendo a’tre fui bergamini vn altro di Paxò, e vna felluca, fi pofe à cercale» queidiPreueía, e S. Maura, che lotto Cuzzopali, e Mo- • fcobei icorreuano il mare. S’incontrarono di notte, e il legno di Paxò, che ioli trenta Criftiani portaua,attaccoilì con quello di Moicobei da nouantacinque infedeli guardato , mentre gli altri erano alle mani con le conferue del Barbaro. Ma il Colonnello, che fi auuide della difugua-glianzade’noftri,iòccoriè ou’era il biiògno, e in poco tempo del nimico bergamino con tutta la gente fece no- bililTi-