Libro Quarto. 20p giachcFilippo j che gli era parente, aiutar non lo potea, mentre con Ottone difputaua l’imperio. Promisero tutti la loro aififtenza al fanciullo, e, prefa Zara, à quefto fino fecero vela verfo Coftantinopoli ; ma arriuati, che furono à Corfù, ou’era il Duca Michele, che benignamento li accoKé, hebberoàcangiar penfiero, (èia fede data-nonl’arreftaua. Michele, che preuedeuala tempefta , che,doppo di hauer colpitoAleilìo il tiranno,douea (òpra di lui (caricarli, hauendofi fatti beneuoli co’ doni, e co're-gali i foldati Latini, cominciò à (pargere fra di loro, elio non era conueneuole, che le armi apparecchiate contro de gl’infedeli fi muoueilcro a' danni de' Criftiani; cho l'imprefa di Coftantinopoli liaurebbe tanto diminuito le loro forze, che non farebbero poi ballanti à difender la-Paleftina; e cheinfommacra meglio hauer per amico vn, c’hauea in mano lo (cettro, che farfelo contrario per chi ramingo ne giua. Voci furono quefte, cheièminate fra la moltitudine,fecero naicere qualche tumulto, o penfiero di ritornar più torto addietro, che camminare* auanti, ogni volta, che termine del loro viaggio non-fuflc Gerusalemme. Nè acquietati fi farrcbber®gli (pinti (èditiofi, (è i Conti, e alcuni Prelati, e con loro il fanciullo A leilio, veftitià bruno, con le lagrime, e con lo preghiere, non haueifero fatto in modo, chcdinuouo promiièro cacciare dall’imperio il tiranno . Rimaio dolente Michele, e i Latini partirono, di lui ben iodisfatti, ma accefi contro diAlcflìo, qual cacciarono poi da Coftantinopoli, e cauando il vecchio lià-ciò Angelo dalla prigione, gli redimirono l'imperio . Ma mentre egli era intento à radunar denari per darli a* Pf Vene-