3 8 8 Delia Hiftoria di Corfù. fu importo ^Comandanti, che non potcflèro pretendete vantaggio di porto, fc non portaflèro fedi autentiche di hauer fatto efeguire quanto il Principe hauea comandato . Non vi è nel mondo ragione, che inciti meglio alla, qiuftitia, quanto l’Ambitione, la quale verte i lupi di fpo-glie di agnellcr; e dà in mano a’ Mercuri, più ladri, le bi-Janciedi Artrea. O quanti per falir nel grado fi alleg. gerifeondelle rapine, inoltrandoli, almeno nell’appa-» renza, così amatori della giuftitia, che preifo di loro fi {limerebbe ingiufto Minoe, eRadamento. Non poteuano dunque i Venetiani porre pena, più à pro-pofito, pei- l'efecutione de5 loro decreti j nè i Miniftri minaccia, più grande, hauere dellaprohibitionediauan-zarfi nelle dignità,iè non metteuano ad effetto quel, cho fauiamente f ù loro importo . Celiarono frattanto nell’ Italia gli difturbi della República con gli Spagnuoli perle cofè de'Grigioni, e di Sauoia ; ma, eflèndo morto Vincenzo Secondo, Duca di Mantoua, e di Monferrato, non puotedifmetterel’armi, valeuoli foli à eftinguere vn’in-cendio, che forfè fieriüimo preifo a' loro confini. Carlo Gonzaga, Duca di Niuers, che, per ragion di Sangue , fuccedeua ne’ due Stati, Mantouano, e Monferrino,eflèndo mancato,fenza Succelfori Vincenzo, non fu poilìbile, cheotceneflèil Dominio, prima di vederlo dcrtrutto . Gli Spagnuoli, ¿limandolo diffidente, perche nato in-Francia, noi voleuano vicino 5 e perch'egli s’hauea fatto giurare fedeltà da’ popoli, per mezzo del Duca di Retei fuo figlio, à cui fposò Maria figlia di Francefco, ch'era fratello dell’eftinto Vincenzo, e ciò fenza darne parte/ all'Imperatoreje Cefare,e Sauoia con gli Spagnuoli s'vni- rono ;