286 Della Hiftoria di Corfù. gnafse,che fia permefso a’ Sindici,ò Deputati trasferirfi à Venetia con lettere, fòrtofcritteda' Cittadini pereiporro le loro doglianze, e i richiami della Communità : di più, che i capitoli formati nel Configlio non pollano impedirli da5 Rettori, acciò non s’inuijno à Venetiafottopenadi ducati cinquecento; e nel cafo,che il Reggimento l’impe-difse, fufse lecito a’ Cittadini! iottoicriuerli, e mandarli al Senato, dal quale furono compiacciut’i Meffaggieri,ottenendo lettere pei Bailo, e Configlieli fauoritiilìme per l'ofseruanza delle coièfudette, come anche per larichie-fta,che fecero, che gli Hebrei habitafsero in luogo diuifo da’ Criftiani,e che non potefsero prendere ad affitto (labile di fòrte alcuna. Ho trafcorfò molti anni con la breuità r f 5 ? potàbile, per arriuare al i 5 s 5, in cui cominciarono quelle lagrimeuoli Cataftrofijche, togliendo dalle campagne/ fin le verdure, l’Iiòla di Corcira al verde riduifero. Mi Tono affrettato, auido di vfcire da vn racconto, nel quale,fé la penna fparge inchioftro, diluuiano da’ miei occhi le lagrime, per la dolente memoria di que' giorni, che caligi-} fcv ' nofa notte cagionarono alla mia allora infelici/lima Patria, Lafcierei volentieri vna narratione piena di duolo, quando la Storia,ch'io fcriuo, mei permettere ; el’ordine pre-fcrittomi da vna ragioneuole teflìtura mi concedere di farlo. Quel,che pofso vfurparmi come lecito fi è non fu-neftare le carte di quefto libro, rifèrbandomi pei feftoliu materia di dolorofi fuccelfi, facendo qui folo quafivi^ proemio à quel difeorfò, c’hà da fèguire. Regnaua nell’ Oriente Solimano fòpra i Turchi, nello fteifo tempo, che Carlo Quinto reggea l'imperio di Occidente ; e all' vno, e all' altro furono propitie le ftello > fico-