Libro Settimo; 381: noftri. Onde Filippo Paiqualigo,che nel 1605 iòileneif la carica di Proucditor Generale, puote riitorare il molo del Mandracchio con marmi alla mitica ; e i Corcirefi atterro al buon’ordine delle loro leggi, e alla conléruatio-nedelTlfola. Fu per ciò ordinato, che i Proueditoriio-pra la fanità polfano bruciare barche, e punirei delinque-ti del loro Magiltrato ; e che quei della natione nella vendita delle loro facoltà fallerò liberi, e non (oggetti alla iti-ma . E perche molti Nobili Ciprioti, che fi truouauano in Corfù pretendeuano di entrare in Configlio, fi ottenne dal Principe la conferma del PriuiJegio,ch’eiclude i fo-railieri, ogni qualuolta non fieno ammeifidal Commune à voti fecrcti, ò per gratia ipeciale dallaRepublica. Alla ficurezza de’ denari del Fontigo fiprouide con la fattura^ di quattro chiaui, l’vna delle quali douea itare nelle mani del Bailo, e le tre altre in potere de’ Proueditori : e all«o morte del Protopapà fi rimediò con l’elettionedi Artemio Bulgari, che per la nobiltà della fua caia fi manteneua con grande iplcndore. L’anno poi del 160 6 qualche itre-pito di guerra vdiifi’n Corcira, per l’arriuo del General iiembo con vn’armata ben’all’ordine di ogni colà, mju fcarfa di gente, che in gran numero fi raccolte dalPlioIa-,, che armò vna galea fotto il comando di Niccolò Lucani di gloriola memoria. Caufa di tali molle furono i difgu-fti tra Paolo Quinto Sommo Pontefice, e la Republica^ Serenifsima, nati per materia di giurifditione, onde dal Papa fi promulgò l’interdetto, che potea partorire qualche all'alto foraltieFO, qualora 1 Venetiani, per mare, e per terra,non fi fullero polti’n difefa. Non hebbe à ogni modo il Bembo occafione di moltrare il fuo valore, li corno l’heb-