Libro Ottauo. 45^ che poco fi curauan delle perdite iftabili^cH’onde, mentre tcneuano fermo, e ftabile il piede in vn Regno, cho poco men, che tutto era nelle lor mani. Non mancò à ogni modo à iè fteiìò, e alla Patria il Morofini,« doppo di hauer fugato i Corfari da’ lidi di Grecia,e di Albania, nel 1661 diede la caccia alla Carauana di Alefland;ia, .che portaua iòccorfi'n Candia, e poi preflò à Miloottenno vna iègnalata vittoria. Hauea egli fatto qualche dimora nel canale di Scio, per chiudere i legni barbari, acciò non conduceifero gente in Regno, quando fù auuifato, cheil Bafsà Comandante con quaranta Galee fi truouafse in_. Rodi, à fine di vnirfi co’ Nauigli di Alefsandria, che qui-ui dimorauano, e pafsarne alla Canea, con le prouifioni, c’hauea raccolte. Fece allora il Capitan Generale fcelta di venti Galee, fra le quali le Maltefi, e due Galeazze, e fi portò alle Sdille, lanciando nelle acque di Scio il refto del-l’Armata fotto la cura di Girolamo Battaglia, valoroiò guerriere. Seppe qui dalle ipie, che il Bafsà, con trenta-iei Galee,era gito à Trio, à fine di Taccheggiare quell’Iiò-le, e Tubito fece vela riToluto d’attaccar l’inimico, ilquale, fcopertalanoftrapicciolafquadra, invece di accignerù alla battaglia, fi diede alia fuga. Ma raggiunto da’ Veneti, appena egli puote faiuarfi, lafciando diece Galee dif-fatte, e quelle, che con lui fuggirono, mezze rouinate dal cannone ; onde fra morti, e prigioni, più di quattro mila Turchi mancarono al Bafsà,di cui non faprei dire,(e maggiore fufse la codardia, ola fortuna, che faluo alla fine ii conduise. Altro non vi fù di nuouo inLeuante, enei fef-fmtadue poco fuccefse di curiofo, e remarcabile così nei regno di Candia, come nell’Ifoladi Corcira,doue Nicco- L11 z lo