154 SCRITTURE DI CRISTOFORO SABBADINO a Chioza a intravaso senza passar acqua, perchè lo Porto di Brondolo, levate le fiumare di esso, subito si attererà. Decimo, che, chi cercherà ad unire la Brenta con il Bachagione al Pizzon, perchè vadano al mare insieme per lo canale del porto novo, con le altre acque, che tornerà a fare maggiore errore, che non era, quando se non uno terzo della Brenta con due terzi de esso Bachagion et con più se ne va a Conche, per la quale congiuntione et unione faceano tanti danni, che, reunendoli, sarà pegio, perchè tante è da Pizon in mare, quanto tra le Conche in la laguna. Undecimo, che, quando ben per tal unione l’acqua del Bachagion non si alzasse più al Pizzon di quello che la è alzata ora, se ben tal acqua po’ andare et va alla laguna per diversi canali, pur è alzata tanto, che li scolatori del Conselvano han perduto due piedi di scolatore, come si vede per li tanti danni seguiti et come si vede in fatto chi è in detti luogi per livelare l’acqua delle Tresse con quella del Bachagion. La qual acqua delle Tresse, prima che fusse messo il Bachagion di sopra di esse, se aparizava et le livellava con quelle del Toro, et lo scolatore detto havea due piedi più di descaduta, et tanta ne ha perduta con danno de ducati 10.000 de entrata, nè mai potrebbe esso scolatore aver la maggiore, andando le acque soradette al porto di Brondolo. Dodicesimo, che, quando la Brenta si reunise al Pizzon con detto Bachagion, che i scolatori del Piovato perderebbero maggior caduta, che non han persa quelli del Conselvano : perchè hora dal Bachagione alla Brenta vi è discendenza de piedi due e mezzo et almen tanto, che alzerebbe essa, sì come la se alzava prima, et se hora tal scolatori han poca discaduta, per la qual cosa tal paese molto patisse per le acque, tanto minore la arebbeno et tanto più danno. Tredicesimo, che una fiumara va al mare con menor danno delli territorii, andando per lo suo proprio et antico alveo che per uno insolito et novo. Quattordicesimo, che la Brenta andava anticamente al mare per lo porto di Brondolo et che fu lo suo naturale et proprio porto. Quindicesimo, che è cosa impossibile che due fiumare, messe tutte in uno solo alveo, che l’acqua non se inalzi in esse più che se vi fusse messa solamente l’acqua di una sola. Sedicesimo, che, chi fa uno alveo per mettervi uno fiume in luogo, dove non vi è discaduta naturale, et che le faria largo, sicché a tempo delle acque basse non staga pieno, che si strenzesse, atterrandosi dalle bande, perchè si dà fondo in mezzo, et le acque, dove è il gran fondo, correno, et, dove non ve è, atterrano. Diciasettesimo, che chi fa uno alveo ad uno fiume con uno solo arzere, perchè al tempo delle brentane tal acque si possano dilatare, che da sè se lo fa in poco tempo dall’altra banda, come ha fatto la Brenta da Lizzafusina verso Resta d’aglio et come vediamo che la Brenta et il Bachagione se han fati li arzeri in la laguna. Diciottesimo, che, facendosi porto novo, che siccome concludete voi ser Cristofalo Sabatino, che così tutti li campi del Padovano, sì in lo vicariato come in lo Piovato, che già erano paludi, come dite, che ritornerà paludi, sì come si trova buoni campi, i quali campi non possono esser men in numero de 50.000. Dicianovesimo, che non però la laguna di Chioza haverà per tal causa utile, ma danno, et così sarà danno alla fortezza di detta Chioza, ma ancora ad essa Chioza, che si accomoda de vittuarie da altri paesi et di lettami per coltivar li suoi orti. \ entesimo, che, quando ben tal laguna si conservasse per causa del detto porto novo, che non però può essere, ma poniamo che fusse, che essa Chioza harebbe mag-