19Z Della Hiiloria di Corfù. Quare a fepulcrotu manus hoc abjiine3 ¿/orrore fed digna pritts honejlc, ac treme. Si •vero es audax qu* aside in quem ne audeas , Jujìitut pcenas repo/cat 'vtndices. Elata SanStnum ejì [etnei pars ofsium Idcjuc adeò cordis cunt dolore maximo / lpfius in primis [iti exhortamine Tìoni tu rverenda,fi faptSy'verebere. Con grandiflimadiuotione,accrefciuta da’ continouimi- I racoli, c venerato il corpo di Arfènio in Corfù, e la fui fefh con concorfo vniuerfale fi celebra a’ dicianoue di Gennaro. Doppo lamorte di Arfenio morì Coftantino,e Romano fuohgliotolfe lo fcettro:huomo di coftui più empio non hauea conofciuto Coitantinopoli j poiché arriuò ì fègno tale la Tua maluagità, che cacciando la madre, eie tòrcile, lcaltrinfe,per poter viuere,à védci<^>yblicamen-te, come meretrici, il lor corpo. Con ciò tutto fù felice nella guerra, hauendo, per mezzo di Niceforo Foca Tuo capitano, e con gli aiuti de’ Corcirefi, acquifteto molte, belle vittorie, delle quali non puote lungo tempo godere , eltinto di vcleuo nell’anno quintodecimodel fuo Imperio . Anzi ne meno goder ne puotero per allora i fuoi figli ; poiché la memoria infame del genitore li priuò &1 dominio, àcui afccfè Demetrio Foca valorofò fòldato, capitano del morto come lì dille. Quello auido di ricuperare il Regno di Napoli, patrimonio degl'imperatori Greci nell’Italia,mandò la fua armata à Corcira, oue ^ fuoordine ftauanopiont’i paefàni confeflanta legni,de' quali fecero D lice Niccolò Vaglionitij ed egli poi per ter-