PRECEDENTI POLITICI dall’art. XXIII, che diventerà famoso, di introdurre dei regolamenti analoghi a quelli vigenti per Creta. La Bulgaria danubiana è elevata a principato sotto la sovranità del Padiscià, e la Bulgaria meridionale è costituita in provincia col nome di « Rumelia orientale », sotto un governatore cristiano, e retta a mezzo di uno statuto elaborato da una commissione internazionale. Il trattato prevede una rettifica di frontiera a favore della Grecia colla riserva della mediazione delle Potenze (dopo lunghi negoziati, nel maggio *S8i, la Turchia cederà alla Grecia tutta la Thessalia ed una porzione dell’Epiro con la piccola piazza di Arta). Alla Serbia sono attribuiti alcuni distretti. Chi beneficia maggiormente del trattato è l’Austria-Ungheria, sebbene non abbia partecipato alla guerra. Da qualche tempo l’impero degli Absburgo, costretto a renunciare ai suoi possessi e alla sua influenza sulla nostra penisola e nella Germania meridionale, ha posto gli occhi sulla penisola balcanica quale nuovo campo di azione. Il Cancelliere tedesco caldeggia questo indirizzo politico che resterà noto sotto il nome di « Drang nach Osten » (la marcia verso l’Oriente): egli pensa che l’Austria-Ungheria po-•trà costituire l’avanguardia dell’impero germanico verso l’Oriente e contribuire a sbarrare l’influenza russa nella penisola balcanica e verso gli Stretti. Così l’Austria ottiene in amministrazione e in occupazione la Bosnia Erzegovina sulla quale è conservata, in modo del tutto nominale, la sovranità del Padiscià. Le conseguenze del trattato di Berlino saranno molto gravi e furono intuite già da allora dalle menti acute. Fra il nuovo Stato bulgaro ed il regno di Serbia sorge del malumore perchè i bulgari si dolgono della perdita dei territori di Pirot, Caribrod e Vranje, aggregati allo Stato serbo. Ma, soprattutto, il trattato chiude alla Serbia l’espansione verso l’occidente, verso la Bosnia, abitata precipuamente da gente serba, anche se in parte convertita all’islam, e verso i fratelli croati e sloveni sottoposti al dominio della Casa d’Austria o inclusi nei territori della Corona di Santo Stefano. La diplomazia austro-ungherese lavora attivamente a Beograd per attrarre la Serbia nell’orbita politica di Vienna e la lusinga facendole balenare il miraggio dell’espansione verso la valle del Vardar. Col protocollo segreto del 15-28 giugno 1881 i due Paesi consacrano i loro accordi. 23