Ipo Della Hiftoria di Corfù. no à te, acciò conofca ogni amo, che non è gioitine, ma secchia la loro fede uerfo l'imperio. 'Non hanno dubitato d’mutare alla tua prefenza in me il loro capo, perche tu uegga i loro pen~ fieri ,fempre jìabili nel feruirti : anzj ti prefentano il loro capo, nfoluti di perder più toflo la tefìa, che il cuore ambitiofo del tuo dominio. Me, chegouerno le anime, fpedtrono , per darti a intendere, che i loro fpiriti mai non pretefero alienarfi dal tuo uafall àggio. E come può hauerfi untai fofpetto de' Corei-reji, che non folo a' tuoi maggiori ymaàte la loro fedeltà hanno autenticato co'l fangue ? Per l'imperio Greco, che non han fatto ? 1 "Bulgari, i Saracini, glt Sciti, t barbariJìefsi racontare tl potrebbero, quando la tua gratitudine permettere altri tejlimom, chefe flejfa. Dimmi,per chi uincefli ? Chi ti td-fel'aflcdio? Chi pofe in fuga gli auuerfart tuoi} 1 Corcirefi. E i Corctreft, che si prontamente, sì ualorofamente con fugarono à tuo benefìcio la Ulta, ponno effer felloni ? Io, che corri padre fvirituale conofco il loro interno, potrei farti fede indubitata y che femore tifuronfedeli. Efel' humanagiuflitia fuolt appagar fi dell’innocenza eflerna delle opere, benche fuffe re*-' imtentionej io non di meno poffo de’miei Corcirefi atteflan, che fe fono candidi nell’apparenza, da te ben conofciuta, fon* f •nza macchia nel cuore, à me folo palefe. "Nel tribunale della cofc lenza, l'hò efaminati, afstcuranti, che fe han peccAtc contro di Dio, non han colpa uerfo latuaperfona. Fàpruo de' Corcirefi su la robba, su leperfone, su la uita, e ucdrai, Je le accufe date fono per cuovrirei mancamenti dell'accufat»-re, più che per tfatoprie i difetti degli accufati. Ma quand* fenzapruoua uolefst cafìtgare l'innocenza del mio popolo, fa?' pi, o Cefare, che il Cielo sà prendere la dijefa degl’innocenti. Così conchiufc Arfcnio, dal cui volto, dal cui parlare/ con-