Libro Settimo. 413 itefla Tua Cenitrice crudele, che vide il figlio eftinro, fen-za pur veriàre vna lagrima. Tullia co’l Padre in Roma , quefta co’l figliuolo in Coftantinopoli, diedero à diuede-re, che talora il fefsofeminile, s’accoppia con le Furie , che pur fono donne. Mehemet , ò Maumetto fucceflè al Padre in età così tenera che poteua far a’ Criftiani iterare, che fi ammollifiero quelle durezze, che hormai per tre anni l’hauean tormentati. Egli pur allora hauea compito il primo luftro, e fi promettea ogni vno, che vna bocca di latte non poteife moftrarfi fitibonda del nortro fìngile : ma i Grandi della Porta n’eran così fitibondi, che procurauano fucchiarne fino aH’vltima rtilla. Si rinouò nel quarantanoue l’aifedio della Città di Candia con fortuna nondiifimileàquella dell’anno traicoriò, bencho non fuifecosì lungo,principiando a’ diciaflette di Agofto l’attacco,che fi difcioliè a’ ventiièi di Settembre. Fece ma-rauiglie il General Mocenigo nelladifeià di dentro , e Giacomo da Riua di fuora oprò ftnpori j poiché con do-deciNaui, e altre fette di Bertuccio Ciurani, hebbe ardire di aifaltar nel porto di Focchie l’armata Turcheica , comporta di ièttantadue Gelee, diece Maone, evndeci Vaifelli, iopraui da diece mila foldati, i più eiperti dell’ Oriente. Si combattè con fierezza fu 7 principio, ma i Turchi, hauendo contemplato la rifolutione de’ noftri , fuggirono à terra, abbandonarono i legni, de’quali furono bruciati noue Vafièll i, tre Maone,e due Galee, oltro due galee,e vn Galeone,che furono prefi nella battaglia . E iè non era il fuoco, che, acceiò nella munitionc de’Na-uigli vinti, danneggiaua i Vincitori,che furono aftretti à ritirarfi,tutta l’Armata nimica reftaua preda di fiamme . Man-