Libro Settimo. 387 tiani contrafsero con gli Olandefi, che s’erano iottratti dall’vbbidienza dell’Auftriaca Monarchia. Quindi di raro era fenza le armate nauali Plfola di Corfù , che dalle genti di galea patiua molti oltraggi, per gli continoui ladronecci anche dentro della Città, la quale fé ne dolfe in modo, che volle ipedire Tuoi Ambaiciatori, per eiporre al Principe le fue giufte doglianze. Che, benche nel 1621 Giufto Antonio Belegno, ProueditorGenerale, haueise pofto rimedio à molt’inconuenienti, fino coru prohibirea’publiciRappreièntanti il negotio fopra le robbedegl’Iiòlani, con ciò tutto a’furti nonièppetruo-uare riparo. Diiììmularono per qualche tempoi Corei-refi, e per non dare diigufto alla Republica, non permiiè-ro, che ne parlaife nel 1624 il Meflaggiere, che à loro conto andò à Venetia, per ottenner molte grafie, e fra le altre, che gli huomini,che feruono a’Cittadini, non fieno aftretti à pagare grauezze. Ma, non potendo pi ù tolera-re l’audacia de’Galeoti ; che haueano rubato la borfa à v n Fante delle Cernidi, mentre facea la raifegna auant’il ra-ftello della Fortezza, e perche quefti fe ne lagnò fuco’ compagni, e il Capitano della fua Compagnia, villanamente trattato ; fi determinarono nel 1616 d’inuiaro Luca Quartano, e Niccolò Beneuiti co’ procedi del fatto à Venetia. Qui arriuati eipoièro le loro commiifioni con dolore grande di que’Padri, che non vogliono, nè mai permettono gli ftrapazzi de’loro vaflàlli. Si hebbe ordine rigorofo contro i rematori di galea, a’quali fu prohibi-to lo feendere per auanti più in terra; e per gli altri vfficia- li, e foldati determinoflì, che non poteflèro dormire, che %>ra inauigli: e acciò fi oiferuaflè l’vno, e l’altro rimedio; Eee z fu