PRECEDENTI POLITICI La situazione precipita. Il 23 settembre (6 ottobre) la nota è presentata agli Stati balcanici e sarà comunicata alla Porta il 27 settembre (10 ottobre). Ma il 25 settembre (8 ottobre), il vecchio re della Montagna Nera — d’ accordo cogli alleati e forse per istigazione di due Potenze — ha dato fuoco alle polveri e dichiarato guerra alla Turchia. Egli muove incontro ai ministri europei che si recano alla sua residenza e li saluta dichiarando che ormai è tardi : la guerra è dichiarata da due ore. Poi si affaccia al balcone ed al popolo che attende, grida i primi versi della vecchia canzone guerriera : « Onamo, onamo, za Brda » (Oltre, oltre i monti !). Il 30 settembre (13 ottobre) il presidente del consiglio bulgaro, anche a nome dei governi greco e serbo, consegna all’incaricato di affari turco a Sofia una nota in cui è detto che soltanto riforme radicali, sinceramente ed integralmente applicate, possono realmente migliorare l’infelice sorte delle popolazioni cristiane dell’impero, garantire l’ordine e la tranquillità della Turchia d’Europa ed assicurare una pace salda fra l’impero ottomano e gli Stati Balcanici. La nota specifica le pretese: conferma dell’autonomia delle singole nazionalità, impegno di non alterare il carattere etnico delle provincie col colonizzarvi i musulmani, reclutamento regionale, quadri cristiani, nomina nei vilayet abitati dai cristiani di vali svizzeri graditi alle Potenze, istituzione di un consiglio superiore composto di membri cristiani e musulmani in pari numero, ecc... 'Il documento si chiude con una specie di ultimatum. Una nota informativa è comunicata lo stesso giorno alle Potenze. Ma ancora una volta « quem Deus vult perdere dementai ». Il 1-14 ottobre la Porta rimette all’ambasciatore austriaco, quale decano del corpo diplomatico, una risposta alquanto canzonatoria: ringrazia le Potenze dei buoni uffici, avverte che il governo turco già in precedenza ha deciso di presentare al Parlamento nella prossima sessione il progetto di legge del 1880, che, dopo la votazione e la sanzione del Padiscià, la legge sarà scrupolosamente applicata... Con questa risposta evasiva la Porta tiene a bada le Potenze. Di fronte all’Italia essa si rassegna alla perdita della Libia: il 2-15 ottobre, dopo molte perplessità la pace è firmata ad Ouchy, sulle azzurre sponde del Lemano. 61