44° Della Hiitoria di Corfù; duta in guifa, che non rimafe dubio, ch’ella doueisedare principio alle felicità de gli Hebrei. Hor ecco il primo punto guadagnato da Caimo ; poiché i Rabbini, e gli altri fciocchi Maeftri vollero, ch’ella fimantenefse incafì, con ogni commodo à ipefe communi, fine il principale» del fuo genitore fallito. Correuano tutti alla magione della donna,e l’adorauano come Dea, offerendo doni, e fcor-dati dell’antico vitello,porgeuano incéfi à vna nuoua giu-uenca. Il fatto venne in luce,degno però dell’ombre, per la curiofita di vn giouine Criftiano di famiglia nobile, il quale veggendo lo itraordinario cócoriò, che giornaliné* te fi facea alla itanza di Caimo, innuoglioifi di fapernc la cauià. Diffìcile era l’ingreifo per chi nó fuflè Giudeojond’ egli di logori panni fi ciniè, e bene auuoko in vn manto pur lacero, con cappello iegnato di marca Hebraica, Teppe far tanto, che ingannò icuitodi, ed entrò, e vide, ò che vifta ! vide la donna lèduta in maeftà con vefte bianca , fra circoli, che le faceuano quei fciocchi, i quali ia, fuagloriacantauanohinni di lode. Vna lampada, trasportata dalla Sinagoga, le pendeua iopra del capo, i dottori co’ libri della legge la cigneuan d’intorno, e le adora-tioni l’ofìèquiauan d'auanti. al Santuario, ò aU’Arca del Teftamento non haurebber fatto di più di quello à vna» feminella faceuano. Ma mentre alle loro iniàne idolatrie attendeuanofùconoiciutoilCrilliano, il quale non fece poco à fuggire lo fdegno di quella furiofa ciurmaglia, y che per riipetto di fua nobiltà no’l lacerarono, non lo sbranarono, tanto li iòrprefè il furore. Fù egli cacciato con qualche violenza dal luogo, che per lui giàiìimauan profano, eilcafofi fpariè per la Città, che frale rifa, elo fdegno