Libro Settimo, 403 di ragione à loro toccaua io (tenere la violenza, nata dalle loro inrempeftiue intrapreie. Ma non per ciò fi deuono biafimare i Signori Venetiani, che non fecero allora lo preuentioni, che poteuano, quando Ibraimo con loro non haueacaufa di romperla, e dal Bailo di Coftantino-poli erano accurati, che il Gran Signore replicaua giuramenti di non offèndere la Republica. Nè furono così fcarfe le munitioni, che non poteiferorefiftere, fe la dif-cordia de’Capi, ma piùlanoftra sfortuna, nonfuflèro concorfenellaprimaCampagna ad accrefcere la buona, forte de gli Ottomani. Poiché fecero i Venetiani leuatc numeroiediioldatefca*; rinforzarono gli prefidij dello Piazze piùgelofe; ipedironoàCorfuil Colonnello Gil-das,con titolo di Comandante Generale delle tre Ifole, o con lui Gio:Battifta GrimaniProueditor Generale delle medefime; fu mandato in Candia con molte Compagnie di moichettieri D.Camillo Gonzaga ; hebbe com-mjfione di aifoldare ioldati'l Principe Luigi da Efte ; il Conte della Maifa hebbe ordine di mettere aifieme cinquecento Corazzeje il Colonelio Coita, e il Conte Taf-foni cinquecento Fanti per ogni vno ; e pofero in maro cinquantaquattro galee, otto Galeazze, e buon numero di Galeoni, fottoil comando di Francefco da. Molino , che,con autorità di Generaliifimo, eièrcitaua l’vfftciodi Proueditor Generale del mare. E che fi poteua faredi più nello ipacio di vn folo inuerno ? La Gran Sultana fù prefa nel i6"44, e nel quarantacinque a confini di Maggio vfcì l’armata Turehefea, comporta di cento ottanta galee^ di ducento quaranta altri legni d’ogni forte, da Mo-done, oue s’era fatta la mafsa de' Nauigli, che doueano Ggg 2 con-