3 16 Della Hiiforia di Corfù. di vnficuro trionfo. Il Galeone, e le due Naui furono circondate da’ Turtili, e pur’hebbero fortuna di faluarfi, hauendo rotto il cerchio con vn diluuio di faette, che ful-minauanole bombarde. Se lice inueftigare i fecreti de’ Principi, bifogna dire, che il Doria haueife ordine di non combattere, ò per non auuenturare le galee, ò per non incitare Solimano contro l’imperatore, co’l qualo per altro fi moftraua fieramente fdegnato. Poiché non, poifo darmi à credere,che Andrea Doria, da gli huomini tutti di quel fecolo ftimato coraggioiò,fuggilìe per viltà, e paura. Ben'è vero, che Fhauer prefo doppo Cartel tiuouo a’ Turchi mi fà dubitare, ch’egli commctteffe fi-milemancamentopernon accendere l’animo deH’Otto-mano contro Carlo Quinto, che pur non douea pauen-tare de gl’infedeli. Onde vari penfieri mi s’aggirano per la mente, quali volentieri laicio allo ierutinio demolitici, che fanno, meglio di me, criuellare le anioni de’Grandi. Non pollo però lafciare di dire, che il Doria hebbe rarup vergogna di quel, c’hauea fatto, che, arriuato à Corni doppo la fuga, mai non volle comparire in publico, per none/porli alle denfioni del volgo, e alle villanie della, plebbe. Ma i Venetiani ; confiderando quanto poco fi potefièro promettere dal le leghe, nelle quali la diuerfità de’ capi formano diuerfe le ièntenze ; e ioipettando, cho l’ImperatorCriftiano, che, fecondo i patti, non volle dar loro Caftelnuouo, macchinaflè d’impadronirfidi Napoli, e Maluafia, e inoltrar gli acquifti nella Dalmatia ; fi ri-lòJfero di far tregua con Solimano, come leguì nell’anuo medefimo,e poi la pace nel trentanoue con la cellìonede’ luoghi dellaMorea. Ed hebberotaleiolpettode gli an- daman-