446 Della Hiitoria di Corfù, fi trattenne in palmatia fino à Nouembre ;poi pel tempo in Corfùj doueil Proueditor Fofcarini incontrollo con le Galee, e gli fu fatta vna folenne falua dalla Città, e da’ legni. Afcoltòegli laMeflà nella Chiefa della Madonna, miracolofiilìma di Cafopo, e quando credea far vela il vento il coftrinfeàfermarfi per cinque giorni à godere lo delitiedell’Ifola,la cui fertilità, e fortificationi gli diedero molto diletto. A’nouefece vela, e giunfeal Zante, equi fece la raifegna delle militie, ch’eran compone di ottomila ducento nouantacinque fanti,e circa mille caualli, cho sbarcarono nella terra dirimpetto al porto di Suda, à onta decimici,che con grande loro mortalità tentarono d’impedire a' noftri le arene. Era penfiero del GeneraliiTimo, e del Marchefe l’attaccare Canea, male piogge impedirono l’imprefa 5 e i foldati disfatti dall’intemperie dell’aria, furono trafmefsi nella Città di Candia, per vedere fe da» quella parte fi potefsero danneggiar gli Ottomani. Ma^ eglino rotti’n molte picciole battaglie, mai non vollero venire alì’vniuerfale cimento, eiVeneti hebberocampo di allargarfi fuora delle muraglie, il folo giro delle quali era loro prima rimafto, Non lì auuenturarono mai i Tur-chi, perche aipettauano il Primo Vifir, che comparile im» Regno nel fefsantafette, e allora cominciò l’aifediomemorabile , di cui fimile non fi legge nelle Storie, pe’l valore di quei, che lungamente il foftennero, e per l’oftina-tione di coloro, che, à cofto delle loro vite, doppo di ha-uerlo intraprelo,noÌ pentirono abbandonare. Ogni oncia di terra fi compraua à prezzo di mille morti ; ogni palmo fi vendea à moneta di fangue fparfo à torrenti j e vil* pafiò,che s’auàzaua,bifognaua metterlo fopra monti orri-