Il compianto Prof. Giovanni Piero Magrini, che fu il pioniere del Servizio Idrografico Italiano, che organizzò e diresse per primo l’Ufficio Idrografico del Magistrato alle Acque, propose, venticinque anni or sono, a Raimondo Ravà, Presidente dell’ Istituto, di raccogliere commentare e pubblicare le memorie manoscritte dei più illustri antichi scrittori di idraulica Veneta. L’idea venne approvata ed incoraggiata dal Magistrato alle Acque, che affidò al Prof. Magrini l’incarico di coordinare le ricerche e gli studi necessari per realizzare la felice iniziativa, con la collaborazione di Giuseppe Pavanello, Arnaldo Sega-rizzi e Roberto Cessi. Il programma, subito impostato dai valenti studiosit comprendeva la pubblicazione di una collana di volumi illustranti le scritture di Marco Cornaro, il trattato sulla sanità dell’ aria e sulla laguna di Venezia di Andrea Marini, i discorsi e gli scritti sopra la laguna di Alvise Cornaro e di Cristoforo Sabbadino. Nel 1919 vide la luce il volume 1° riguardante le scritture sulla laguna, di Marco Cornaro, compilato da Giuseppe Pavanello e nell’anno 1923 venne pubblicato il volume IV0 che riporta i discorsi di Andrea Marini commentati da Arnaldo Segarizzi. Nel 1924 il Prof. Magrini lasciò l’ Ufficio Idrografico per assumere la carica di Segretario Generale del Consiglio Nazionale di Ricerche. Le nuove gravose funzioni dell’ alta carica non gli impedirono di continuare a presiedere la piccola Commissione che doveva portare a compimento il lavoro iniziato. Senonchè il destino fatale volle dimezzare la minuscola schiera dei componenti la Commissione stessa con la dipartita del Pavanello e del Segarizzi. Nel 1930 venne pubblicato il volume 11° parte 1a, compilato a cura di Roberto Cessi, che tratta dei discorsi sopra la laguna di Cristoforo Sabbadino. La scomparsa immatura di Giovanni Piero Magrini non troncò V iniziativa, nè fece abbandonare l’impresa che rimase affidata a Roberto Cessi il quale si era accinto alla preparazioue della parte IP del volume II0 contenente le scritture di Alvise Cornaro e Cristoforo Sabbadino sulla laguna di Venezia. La redazione di tale volume non poteva essere sollecita, come per gli altri pubblicati in precedenza, poiché non si trattava di riunire e commentare documenti bene individuati, ma bensì di effettuare la ricerca fra centinaia di filze di copiosissime relazioni uscite dall’ attività quotidiana dei due idraulici, selezionarle, sceverarne il contenuto, studiarne il valore, istituire fra esse un esame comparativo per scegliere quelle che assumevano un contenuto scientifico e pratico di ordine generale di fronte ai singoli problemi trattati. Il lavoro non fu breve nè facile da superare, perchè implicava una valutazione di merito particolare sulla complessa attività dei due idraulici, ragione per cui subì un notevole ritardo. E ciò anche perchè l’allestimento della pubblicazione avvenne con la finalità di porre in luce quanto delle dottrine idrauliche da essi prospettate