378 Della Hiftoria di Corfù te, à Meo infelice minacciaua Toccato. Il popolo affollato,già impatiente,mifuraua lunghe le hore,quando tutti e tre i Caualieri fi videro su 1 campo, paffeggiarlo à lento moto de’loro deilrieri, che, con ifpeffe pedate fai tel-landò, poco s’auanzauano nel cammino. Più faftofa della prima fu la feconda comparfa del Lucani, il quale, non foto conduffe maggior numero di ièruitori, ma molti armati di vari bellici ftrumenti, e in particolare di Spadoni, che ne gli antichi tempi s’vfauano, e hora fono difmeili nelle guerre,perche colpiicono le infernali bombarde più da lontano. Si diede dalle trombe il fegno,e il Gouerna-tore Meo fi fpinfe alla terza carriera contro il Lucani, ma ruppe con gran fracaffo la fua lancia nelle tauole della lizza , e all’incontro colpito dal fuo contrario nella lpalla,gli fu tolto vn pezzo delTarmatura : onde, fecondo le regole della gioftra,hebbe il fuo auuerfario Thonore della vittoria. Grandi furono gliapplaufi, che fece ogni vno al Lucani, che fi ritirò fubito al fuo padiglione, per dar luogo allo Scliri, che fi pofe in arringo, e al primo incontro, difgratiatamente colpendo il Meo là doue la corazza fi congiungne co’ bracciali, ferillo nel viuo con piaga tale, che portato di pefo alla fua ftanza, per lo ipafimo, in pochi giorni perfe la vita. Mentre ancor viuea, fu vifitato dalla Nobiltà, e particolarmente dal Lucani, che gii volle del continuo ailìftere, e n’hebbe dal Meo il titolo del più valorofo, e compito caualiere, che maneggiaffe Tarmi; lagnandofi per altro dello Scliri, che legnò con lancia così bailo, che haurebbe potuto anche ferirlo nel ventre, non effendo il cimento, che da burla, da lui pro-poftoperpaifatempo, nonàfìnedi nimicita. Terminò