Libro Quarto. 2, iy rono, non la perdonando alle mogli grauidede gli fteiTi, che vccifero. E perche male lì poteuano difendere da^ Carlo, così vicino, e così potente, chiamarono dall* A/rica, ou'tgii guerreggiaua, Pietro Redi Aragona ,à cui giurarono vaifallaggio in Palermo. Era il Re Pietro manto di CoihnLa,iòrelladi Manfredo,che fu Redi Napoli, e di Sicilia; onde non folo per lepreiènti congiunture , ma anche per altro titolo, fopra l'vno, e l’altro Retino pretendeua. Carlo all’auuiiò fremè di rabbia, e con elèrcito numerolò pailàtoin Sicilia, allediò MeiUna, e* prcià l’haurebbe, le per le dure conditioni dilperat'i Mcf-iinelì, iortendo dalla Città non l'hauellcro coftretto à fuggire,eàritirarfinellaCalabria. Si disfidarono poi i due Re Pietro ,e Carlo in Bordeos,po(ìeduta da glìngle-iì ; ma non hebbe il duello effetto, benche fuflèro ambo comparii nel luogo deltinaro, vno però doppo dell'altro. In quello mentre Ruggiero Loria, che s'era ribellato dio Carlo,e palfato al lei uigio di Pietro,con quarantacinque* galee comparto ibpra Napoli, ouein luogo del Padro gouernaua Carlo Zoppo, muitò il giouine, poco pratti-co, à battaglia ; il vinfe, e fece prigione,conducendolo al- 11 Regina Coftanza,che da Pietro iùo marito era (lata polla gouci natrice della Sicilia. Voleuano i Siciliani farlo morire in vendetta di Corradino del fàngue di Sucuia , che, doppo la morte di Manfredo fuo parente, era fccfo dalla Germania, per ricuperare dalle mani di Carlo il Regno di Napoli ; m3 vinto, e preio, fì!i dall’Angioino fatto pubicamente decapitare. No'l permiiè à ogni modo Coftanra, benche coniànguinea di Corradino,c iàluato-!o il mando al Re Pietro, che, mentre viflè il padre, il ten- Gg \ ne