26z Della Hiiloria di Corfù hebbero fortuna di fuggire fu Giorgio Calocheretti, cho le pretioiè Reliquie poifedeua, aflìeme con quelle di S. Teodora, quefta Imperatrice, e moglie di TeofiloIco-noclaufta, à cui ièmpre fi oppoie à fauor de Cattolici a-doratori delle immagini iàcre, quello Veicouo di Treminto in Cipri, che nel Concilio Niceno oprò marauiglie, confufè gli eretici, e gl’idolatri. Il Calocheretti, ricco di quei teiòri, camminò tanto finche non peruenne a’lidi dell’Epiro, pofti àfronte delPlfoIadi Corcira, e fer-moilì nella terra di Paramitià, lieto di hauer condotto in faiuo le fue ricchezze. Ed è cofa, degna veramente di marauiglia, che camminando per iftrade, cinte di iòlda-tcfche, mai non hauefie patito incontro dalla licenza militare , fiafi de’ Criiliani, ò de gl’infedeli, che batteuano la campagna. Ma doue i Santi non fi fanno la via ? Lo armi non ponno offendere le ipoglie mortali de glim-mortali fpiriti ; e i cittadini della pacifica Gerufalemmo non han paura di guerra. Adoprò à ogni modo Giorgio anche l’ingegno, hauendochiuiòque’due corpi dentro iàcchi pieni di paglia, e pollili fopra vn giumento dauaà intendere à coloro, chel’inicontrauano, che la iònia era/ cibo della beftia, quando checonduceua glinuitati al fo-lenne banchetto della beatitudine eterna. Non douca^ temere con le paglie, e coi giumento, ladoue Crifto con quelli poco conto fece delle minaccie di Erode. Arriuò