142 SCRITTURE DI CRISTOFORO SABBADINO soprascritti che’l si debba far un altro busenello nel mezzo di quello da Fossalta et di questo della Stangada, con il quale si dividerano le acque, che più non potranno far li danni soprascritti et di più sarà la sicurtà delli arzeri novi, fatti per sicurtà della laguna, e non saranno in periculi di esser rotti, essendo superati dall'acqua con la sua altezza in caso de rottura delli arzeri vechii. Andassimo al loco del Taglio de Re, là dove è fatto il sustegno, et vedessimo quello molto mal in ordine, che’l, se non si provede, potrà causar una spesa de otto in dieci mille ducati, oltra il danno et incomodo della navegation della Piave. Il remedio è questo, che de presenti bisogna compir de fortificar un terzo di esso sustegno verso S. Donà, nel modo che è stato principiato, con erode over sassi et con bone palificate de roveri; item fortificar il spiron dalla banda di S. Donà, il quale è tutto ruinato; item finir di fortificar la riva della Piave di sotto dal sustegno verso il mare et fortificar il spiron di sotto verso il tagio, che va in ruina. Et queste operation bisogna farle al presente, et finite, bisogna andar seguitando di forfificar il resto con sassi e roveri, reducendolo in fortezza tale, che non serà più in periculo di rovinarsi, come el si ritrova al presente, essendo stato fatto molto debole e mal atto a sustenersi dal forzo dall’acqua. Andassimo alla volta della Granze, là dove se deve far il busenello nuovo ditto di sopra, et fu dessignato il loco, dove far si debe esso busenello, et sarà lontano da quello della Stangada pertege 975 in circa. Andassimo a Fossalta, dove è uno busenello, il quale ha una portella tutta marza ; bisogna farne un’altra nuova et farla in imbello de legname per non ruinar il busenello de piera. Andassimo al Zenson, dove sono li molini del magnifico messer Nicolò da Mula, et vedessemo el busenei dreto la giesia di sotto dalli molini talmente ruinato, che la prima inondation, che venga della Piave, lo rovinerà tutto. Et bisogna far provision che’l si refacia tutto da nuovo. Item vedessimo l’altro busenello, che è fatto sotto li arzeri nuovi, per il quale passa le acque del Zenson, per andar alli molini soprascritti, il quale sta molto male et è senza porta; bisogna fortificarlo et farli il suo portone. Scoressimo alli arzeri nuovi, e, montati sopra quelli, andassimo fino al Ponte di Piave et vedessimo quelli in molti lochi ruinati per esser sta carizati dalli cari come dalle carete. Et essendo quelli di terreno tenue et il più di sabia, sono in molti luoghi tanto arbasciati, che, in caso che la Piave rompesse li arzeri vecchi con la sua inondation, la passaria di sotto dalli nuovi et descenderia nella laguua, e la spesa e la fatica fatta per oviar a questo tanto male saria stata vana. L’è il vero che sono state fatte delle provisioni, perchè non se carezino, con farli delli traversi di legname in molti lochi, lassando tanto di apertura che li canali potessero passar, con far grandissime proclame; ma il tutto è stato vano, perchè quelli che vanno con le carette, et il più parte gentilomeni, non volendo andar per le strade maistre per abreviarsi il camino, hanno tagliati et ruinati li traversi per passar con le carete. Per il che aricordamo che'l se habbia a far delli impedimenti de sassi intriegi fitti nell’arzere e lassati tanto alti e stretti, che non si possino carizzar, ma solo cavalcar. Et, per quel che ne ha mostrato il protho di Piave soprascritto tra la Granza e Fossalta, si ritrova nel mezo della Piave alcune vestigie de fabriche antiche, ne le qual vi sono de molte pietre vive longe e large, che, tolendole fuori, sariano molto al proposito per far li soprascritti impedimenti e, non suplindo, tuor delle erode de monti, che saranno perfettissime. Nella volta, che è al Ponte de Piave, l’aqua ha tanto mangiato e di sotto e di sopra dal Ponte, che non manca pertege 40 a passar di sotto e lasciar essa ponta in isola.