Libro Quarto. 171 Bellifario per vn .inno e otto mefi, ma iènz3 frutto ; poi-hc i difenfòri, per lo più Corcirefi, fecero de’ fuoi calo ocello, che fù aftretto à disloggiare, e ritirarli à Rauéna, entro la quale il chinie Bellifario, che con l’arriuo di Narfete eunuco, conduttore di molte fchiere, hauea ac-C'ciciuto l’eièrcito. Rauenna fu pre/a, e Vit'ge fù prigioniero. Condullèlo (èco Belli/ario à Coftantinopoli con la /corta de' legni Corfìoti, elfendo egli richiamato da Giuftiniano, à cagion, che più gli premea le guerra di Pcriìa, alla qual'era necellàrio vn tal Capitano. Ma peggiorando le cole d'Italia, di nuouo fu mandato Bellifario, e di nuouo hebbe da’ Corcirefi confiderabili aiuti ; noru però di nuouo eqlivinle; poiché Totila, à fuo di/petto, e prefe,e deftrulìè Roma,e quafi tutto togliendogli auanti àgli occhi, ilcoftrinleàlafciarlaprouincia, qualdifpe-raua difendere. Non perche vinto fuggiua, i Corcirefi lafciarono di honorarlo j anzi fi fuppone, chel’accompa-gnaflerocon le loro galee fino à Bizantio, ouc caduto dalla gratia di Giuftiniano, fece vn fine indegno di huomo, che nella Perfia, nell'Africa, e nell'Italia nauea /òlleuato Campidogli gloriofi al fuo nome. Chi afeende afpetti In, diicefà; poiché fé hanno l’apogeo, pruouano pure il perigeo le ftelle. Rauenna, A ncona, e Otranto foli, doppo la tuga di Bellifario, eran rimarti all'imperatore nell’ Italia dal furore di Totila, il quale, defiderando aggiugnere al fuo Regno anche la Sicilia, vi mandò numero/e mili-tie, per occuparla, e nello fteflo tempo ftrigncua Ancona , e per mare, e per terra. Giuftiniano, c’Jnuea fatto paceco’Perfiani, e fugatogli Schiaui, vedendo le ilio cofè in buono ftato, fi difpofè /occorrere alle mi/èrie dell’ A a 2 Italia,