330 nocenti villani che vi fanno presenti delle lor cacce e de’ fiori ? E 1’ altro, del migliore suo senno : E che posso fare io de’ lor fiori ? Debbo forse inghirlandarmene il crine, o attaccarmeli sulla porta? Cosi è eh’ egli non sa che fare de’ fiori e si risolve a partirsi. Qui sopraggiunge la moglie; ei vorrebbe schifarla ; ma no; uopo è d’una spiegazione, ed ella gli mostra come a torto 1’ accusi, protesta della sua innocenza, dell’ a-mor suo, della incorrotta sua vita, che mai non aveva dato la più lieve presa alla maldicenza: tutto ciò è vero, verissimo, egli non ha a contrapporle nessuna ragione, non la colse in nessun fallo, non n’ ebbe nè m-eno il più lontano sospetto, ma e’ tien quella lettera : essa parla chiaro, voi siete una perfida, una scellerata, il disonore è caduto sulla mia fronte, per ciò che un pazzo od uno scellerato ebbe la fantasia di attaccare a voi questo sonaglio. Intanto arriva il sig. Duval : un servo vien sulla porta ad annunziare eh’ ei domanda di visitar nella sera la signora: domanda per lo meno assai strana, perchè le visite si fanuo, non si va prima a chiederle in grazia. Ch’ ei si congedi, si scacci, grida la virtuosa contessa; no, eh’ei venga, s’introduca , il voglio , 1’ ordino , lo comando,