236 te, ed ella lo chiede al padre in consorte, che già ne benedice 1’ unione. Ne’ pochi versi recati ad esempio, e che ci parvero forse i migliori, il lettore avrà notato che se tutti i pensieri non son nuovi, nè le maniere sempre peregrine, com’ è dell’ ultimo verso qui sopra riferito, che sente assai del libretto d’ opera, ha pure in essi e spontaneità ed affetto ed una certa evidenza di stile. Forse qualche scrupoloso potrebbe accagionarlo d’ alcuna improprietà di dizione, come allorquando ei chiama la morte il mortai Telo, Se il mortai velo Le pupille di tutti ha da coprir, quando quella figura da tutti i poeti, sull’esempio del Petrarca, fu adoperata soltanto a significare il corpo umano, onde ne nasce oscurità nel concetto, che la mente non giunge subito ad afferrare. Cos\ ivi più sotto ei fa che il cielo sorrida un dono, Non parti un dono che sorrida il cielo Per la patria, pe' suoi cari morir? come prima aveva detto salir, che non importa altro che montare sul sangue, in luogo di passarci sopra.