240 nel vasto regno dello scibile umano, e valeva veramente la spesa che il sig. Filippo de Boni venisse ora a dichiararci che cosa sieno il poeta e la poesia. Siccome, egli dice, il poeta deve raccogliere le voci delle nazioni, dev’ essere V eco della parola d’ ogni sapiente, quindi la vera poesia dovrà esser sempre la forinola delle somme verità ritrovate, del grado di civiltà e contener sempi’e un concetto storico e morale. L’ autore della prefazione scende quindi a descrivere la gioventù con queste parole : Allorché si giunge a spiegare un palpito del cuore, allorché i primi tre lustri della vita si compiono, sostenuti sulle ali di mille illusioni, sentiamo in noi una sovrabbondanza di vita, un bisogno di amare; questo sentimento ci bea, ci trasporta, in modo ci affascina, che senza accorgersi (accorgersi ! ) ci troviamo in un mar tempestoso, forse lunge dall’ avita casa, mentre le sciagure retaggio umano ci assalgono a fornire l’educazione tremenda che ognuno soffre. Allora la solitudine ci spaventa...... l’incredula disperazione ci preme alle spalle, e ci sospinge in una tomba. Tale è lo stile del chiarissimo autore: per esso impariamo che i palpiti si spiegano, che