242 mera di scrivere in prosa, vediamo ora come nella sua poesia ei si faccia V eco della parola d’ ogni sapiente. Nell’ ode sulla Consolazione il poeta finge di separarsi dalla sua anima, e le muove il seguente chiarissimo discorso : Alfine a questa lagrima lo sento Or tu se’ consolata, anima mia. Del dolcissimo tuo mistico accento Or solleva la tenue melodia. In me diffondi il tenero lamento D’ un gaudio figlio di mestizia pia, Sei sola; parla! e nell'etereo canto Tutta godiam la voluttà del pianto. La povera anima del poeta vuol essere ben imbrogliata 1 Egli ha d’uopo d’ una sua lagrima prima di sentire la consolazioue, quando appunto la lagrima fu finora l’effetto della consolazione. Quest’ anima deve sollevare la tenue melodia del suo accento mistico dolcissimo, nè alcuno mi domandi che cosa sia, o che cosa significhi questa qualità d’ accento, che nè io nè persona altra al mondo saprebbe indicarglielo; deve diffondere nel poeta il lamento, che secondo la parola è voce dolorosa, d’ un gaudio figlio di pia mestizia : gaudio, eh’ è allegrezza, movimento placido e moderato dell’ animo prò-