25 dal Gallicciolli, e che fu poi de’ Gesuiti. Il fuoco incominciò nella bottega d’ un telaiuolo all’insegna del Diamante. Più formidabile ancora fu l’incendio, che pochi anni appresso, cioè nell’ottobre del 1149, s’ apprese in S. Maria Mater Domini, clic distrusse 13 contrade e si distese fino a S. Nicolò c S. Raffaello. Nel 1167 andò in aria la chiesa di fi. Salvatore, ed essa involse nel fuoco non solo tutta quella contrada, ma quelle altresì di S. Luca, fi. Paterniano, S. Benedetto, S.t’Angelo, S. Samuele, donde l’incendio passò fino a S. Barnaba e S. Basilio. Nè’ tempi antichi più volte il fuoco s’ apprese allo stesso Ducale Palazzo, e i cronisti ricordano in ispecie i due incendii del 1573 e del 1577, de’ quali Antonio Daponte ebbe dalla Signoria l’incarico di rifare i danni. Nella quale ristorazione fu tanta 1’ arte e l’ingegno dimostrato dal Daponte, che, a detta dei periti, basterebbe essa sola ad immortalarlo, se già di lui non si ammirassero altri pubblici monumenti. E però alle interne modificazioni che si vollero introdurre nella ricostruzione resa necessaria da questi incendii, sono