339 città tutti anzi gridano per vincere o il fragore del mare o lo strepito delle carrozze ; le genti quando sono in collera o questionano s’aiutano tutte per forza di polmoni ; tutto questo, se si vuole, è vero, è natura : ma in teatro non si tratta della sola natura, ma sì dell’imitazione della bella natura, ed ognuno ci accorderà di leggieri che il gridare non è bella e nè meno ben creanzata natura : non si grida dinanzi a un autorevole personaggio. Certo la Doli-gnyjeune ha suoi difetti ; non è bello, per esempio, quel camminare impacciato e come s’ella procedesse sulle lastre ardenti alla pruova del fuoco ; ella potrebbe essere anche un po’ più avara di tutti quelli ah! e quegli oh! ch’ella inframmette a ogni istante al discorso per dare maggior efficacia all’affetto, e per altra parte ella affievolisce un po’ troppo il sentimento, quan-d’ eli’esprime l’indifferenza, spesseggiando soverchio le parole, e senza darvi nessun vario colore. Ma dopo tutto, quella grazia spontanea con cui infiora ogni sua parte, la verità e naturalezza di quel pianto e di quel riso, l’acconcezza e parsimonia del gesto, la vera intona-zion del periodo, il sentimento eh’ ella dà alla parola, non son questi pregii degni di moltissi-