273 seguito anche con molto brio e grande accordo dalla nostra orchestra. Bello per una certa soavità di motivo è il coro delle donne, che precede 1’ aria della Mazzarelli, Bianca ; e bella è quest’ aria medesima, obbligata con grand’ effetto al flauto, che il Martorati tocca assai maestrevolmente. La Mazzarelli la canta d’ assai buon garbo, ma anche con qualche smanceria, e troppo accompagnamento di capo, e di collo. Non così fu del duetto eh’ eli’ ha appresso col Morìani, Yiscardo, il quale duetto fallì compiutamente T effetto, salvo che il Moriani, il tenore, cantò con la solita sua soavità la corta romanza che lo precede. Il pubblico non raccolse, almeno nella prima sera, il concetto musicale di questo pezzo ; così parve tronco, staccato, incompiuto. Ed è anche a dirsi, che in questa scena di riconoscimento, in cui il poeta mette in bocca agli attori i più amorosi versi, essi si tennero troppo alla lettera del concetto e la rappresentarono un po’ forse troppo al vivo, e troppo si gettarono nelle braccia 1’ uno dell’altro : poiché è vero che il sig. Rossi scrive In estasi ti miro, Ecco il celeste spiro Di voluttà, d’ amor; VI