122 legano così l’animo e l’attenzione, che appena ponete mente all’ estraneo spettacolo ; con la voce e col guardo ne seguite ogni colpo per 1’ aria ; temete di staccarvene per un istante con 1’ occhio ; prendete parte per questo o per quello; l’incoraggiate con le man, col discorso ; infine non accogliete altri pensieri od affetti, che quelli che vi fa sorgere in cuore quel mobile ordigno, volando. Ma mentre ognuno applaude e festeggia le mirifiche pruove del Sino, del Martini, del Massimo o del Titarello, pochi o nessuno pensano forse a quel povero famiglio, martire vero del giuoco, il quale per una o due ore, colà curvo della persona e delle ginocchia, manda ai giuocatori il pallone, che nessuno s’ accorge se tira a misura, nè gli fa nessun onore del colpo, ed è sopraffatto di grida e di beffe se mai avvien che per poco gli fallisca 1’ occhio o la mano. Ma così siamo fatti : il merito non è di chi più fatica, di chi getta primo il pallone, ma sì di colui che più si fa innanzi e sa corlo ; le qualità più utili non son quelle che più si ammirano. Se non che il popolo ha ragione ; e’ viene a diportarsi non già a moralizzare, e ben qui