334 della nuora, trovato al collo del trafitto ufficiale. Di che s’immagini quale l’altro a quella vista diventi, e qual furioso sospetto entri nel-1’ animo di lui, che fino allora aveva posta pur tanta fede nella virtù della infelice. Se non che, il re in sì piccolo spazio di tempo ebbe agio d’ essere già d’ ogni cosa informato, e manda questo singolare decreto, che il reo sia salvo, ove sia provata la colpa della consorte; ond’ella, al cui pensiero non s’ affaccia migliore spe-diente da campare il marito da morte, non istà in forse un istante, e a provargli 1’ eroica sua fede, s’ accusa appunto d’ averla infranta, facendone la falsa deposizione nelle mani del maresciallo; il quale, per parte sua, certo con novissimo legale consiglio , si rifiuta dapprima dall’ accettarla, e le lascia la comodità di pensarci sopra, finche suoni 1’ ora in cui si raduni il consiglio. Ma il maresciallo ha ragione: un così gran sagrifizio, qual è quello del proprio nome, un tanto sforzo d’ amor coniugale è affatto per nulla, gettato; perchè quale uman tribunale avrebbe potuto condannare il conte, se assalito aveva difeso la propria vita contro l’assassino che voleva involargliela? Dal su- 1 lime al ridicolo è breve il passo, e questa ri-