247 V eco dei cieli nell' orecchio mio Ripete a lungo — ti rimira Iddio. Dio ti vede : appunto come sta scritto in certi canti della città. Con le quali ultime bellezze dell’ Inno che sospira, del canto che suona, e della sua ora che non è ancora sonata, della mano che il cielo gli domanda invece del cuore, come alla patria lontana, ne’ Due Sospiri, ei non sa che tender la mano : Di que' luoghi beati ormai lontano Or piango di mia pace V abbandon ; Non so che ad essi tendere la mano, Non parla che di loro la canzon, con la nuova proprietà del verbo talentare : Soffristi è ver il’ anima) ma la sventura è dono Da lui (Dio) concesso a chi premiar talenta, finisce questa Consolazione, che non fu veramente la nostra. Le altre odi sono piene di simili peregrine maniere. Nel Fiore di gioventù V aura ha sulle ali la parola amore, il pensiero . . . degli angeli corre pel sentiero, L’amor degli astri alla ragione addita; ecc.