275 applaudirlo la fine, ma proruppe in voci d’ammirazione alle bellissime note con cui rese quel verso Troppo, troppo, o Dio pietoso, ecc. D’ egual valore è il duetto che segue tra le due donne, bello così per l’invenzion del maestro, che per 1’ unione delle due egregie virtuose. L’aria del Morianì piacque, perchè quella soave, quella rara voce non può non piacere, ma non fece 1’ effetto degli altri due luoghi soprannarrati, forse anche per questo che l’attore ha sforzato in fine un po’ troppo la voce, ed un passo non gli è riuscito. In generale il Moriani ci parve aver alquanto acquistato nei modi e nell’ azione. Il ter/,’ atto è presso che tutto fatica del-1’ Ungher. Incomincia da una bella romanza obbligata al corno inglese con la più soave melodia, eseguita anche più soavemente dalla nota perizia del Facchinetti, e eh’ ella canta con quella espressione eh’è certo fra le sue doti più belle. Con maggior anima e maggior effetto non si possono cantare que’ versi M’ attendi là in cielo, 0 madre, con te. Lo spettacolo termina con un duetto dram-