162 diletto del pubblico, compresi pure i campi ed i magazzini da vino. Le figlie, le spose e, a seconda dei casi, anche le madri, si lasciano cadere dalle ginocchie il guanciale de’ loro fami-gliari lavori ; dimenticano il telaio, e l’ordinario lor compito : il loro pensiero si è volto solo a feste ed a danze, fanno nuovi disegni o agucchiano in segreto intorno al bel grembiale da pastorella, o al boccaccino dà cameriera, con cui faranno poi impazzire il sig. Jacopo o il sig. Giovanni, e si tireran dietro tutta la calda popolazione di Florian, della Vittoria o della Nave : soprannumeraria popolazione di tutti i Carnovali. I zufoli, i pifferi, soavità degli orecchi, incominciano ancor timorosi a farsi udire, in qualche solitario e staccato a solo, che poi andrà di mano in mano ingrossando in un generale e spaventoso crescendo, e vi prego d’attendere solo infino a domenica, che ne udrete gli effetti. Infine nulla più manca al Carnovale : il bel tempo dell’ allegrezza, delle feste, dei begl’ incontri e delle unioni spesso fatali, che cominciano con la catena d’ una contraddanza e finiscono talora con quella di tutta la vita, il bel tempo è venuto, e finché il sole il consente