LA SECONDA FASE DELLE OPERAZIONI SERBE gli apparecchi fra le maggiori difficoltà: non si trovano finimenti, molti soldati sono spedati, i viveri sono scarsissimi. In un secondo rapporto (op. 419) il generalé Jankovic dichiara che è costretto a differire la partenza per rifornire le truppe dell’indispensabile; i divisionari dicono che dopo un mese di marcia le truppe sono esauste e scalze, prima di partire occorrono calzature. Già dalla mobilitazione sono spesso mancate le distribuzioni di pane; i viveri che offre il luogo sono pochissimi; i rifornimenti da tergo impossibili. Si devono preparare sei giornate di galletta, conserve e foraggio. Si propone che le vettovaglie siano mandate per ferrovia a Ferizovic prima della partenza e di là inoltrate a Prizren per via ordinaria (59 chilometri). Il generale promette che farà di tutto per guadagnare tempo ma che è temerario avventurarsi in una spedizione simile senza adeguata preparazione. Se la politica urge anche la logistica ha le sue esigenze : mancano le strade, il terreno è poverissimo e selvaggio, la popolazione ostile. Allora il V. K. avverte (op. 670 del 26 ottobre) l’intendente generale di provvedere ¿1 necessario alla III armata. La divisione Sumadjia I forma il « distaccamento d’Albania della Sumadjia » con due reggimenti di marcia, una batteria da montagna, una sezione zappatori ed uno squadrone: sono 6500 uomini, ma i servizi non sono organizzati. Si distribuiscono due pani (due chilogrammi) e qualche scatola di carne in conserva, si consegnano 20.000 dinari a ciascun comandante di battaglione per acquistare viveri sul luogo. Nessuna carta, nessun materiale sanitario. Si assumono guide. Il distaccamento deve partire da Zur, a 10 chilometri a sud-ovest di Prizren, attraversare la Ljuma, prendere la via dei monti Kumulus, proseguire per Fani, Orosi, scendere a Plana, 20 chilometri a sud di Ljes; poi muovere per Kroja su Tirana e Drac ed infine occupare il territorio della Skumba e spingersi verso Valona. Il « distaccamento dell’Albania » racimola un po’ di cavallucci e muove il 27 ottobre. Giunto a Ljum Kula devfe procedere in fila indiana. Il 28 attraversa il ponte sul Drim a Ljum Kula (presso Katus) e poi marcia fra la neve, deviando leggermente dall’itinerario fissato. Marcia penosissima in unica colonna, molto profonda — quasi una 185