47 è cosa men dolce. È come una fermata,, una sosta dopo un lungo cammino, una sedia ben imbottita dopo essere stato in piedi più ore, un’ oasi confortatrice in mezzo al deserto. Quante genti sbadigliano e s’ annoiano il martedì grasso, che s’ allegrano invece e godono il mercordì delle Ceneri ! Quanti miseri borsellini, che stavano, ahi ! troppo a disagio aperti, ora fortunatamente si chiudono. Gli alberghi, i caffè ritornano al loro antico tenore : ora avete di nuovo 1’ arbitrio di scegliere le vivande che meglio vi aggradano, poiché la folla non ci fa nascere la carestia, a tale che spesso chi andava pe’ tartufi, doveva contentarsi a’ poveri pomi di terra, ed anche aveva a mangiare su due piedi in canova, in stufa, sul tagliere medesimo del cuoco in cucina. Or si trovano gli antichi seggi alla Vittoria, alla Nave, da Florian, da Lazzaroni, che prima erano da conquistarsi contro 1’ usurpazione di quelle nuove genti, quegli annui sembianti, che nessuno conosce e. nessun mai vide tra 1’ anno, e che per cinque o sei ore piantano casa e famiglia a’ caffè e si diverton tra loro; ora il passo non v’è contrastato da arabi, da turchi, da guerrieri ed altre eroiche perso-