•243 sparito, è una contraddizione, un paradosso, un nulla. Se non che il pensiero che tace si dà l’innocente diletto di scuotere il fior dei cimiteri; e quello che parla, si fa udire di fuori, manifesta, come il buratto, con fragore, la spirituale sua operazione, sembra il fremito d’ un’ onda. Altri pensieri guardano la povera anima del sig. Filippo de Boni, e chi la guarda al pianto s’ abbandona; poi perchè forse per loro faccende vanno altrove, passando, en pussant, le donano una lagrima ; una sola, appunto come una sola ne aveva dato l’anima nell’ altra stanza. Il poeta nelle lagrime parteggia per 1’ unità, come a dire piange d’ un occhio. Ma l’anima che qui è circondata da tanta dolcezza, or piange e medita : Medita, anima mia; sovra il mio letto Una riga distendesi d' argento. È la luna che un sì pallido aspetto Rimira con pietà dal firmamento. Il pallido aspetto s’intende del poeta e non del letto, benché quegli non sia ancora comparso in iscena. Del resto la luna ha una gran parte nelle sue poesie. Fra le disgrazie, per cui nell’ Orfano ei piange la morte della madre, ei novera anche questa :