140 felicità non muove da’ gusti del suo sensorio, nè dalle papille olfattorie del suo palato : egli è felice del preclaro suo ingegno. Nessuno è nato all’altezza del suo, tutti gli stanno a gran pezza di sotto. Il nobilissimo sig. Gnecco non ha al mondo se non due diletti, anzi due occupazioni : logorare le opere de’ suoi cuochi, e lacerare quelle di tutti gl’ ingegni. Per lui non ha lavoro che vaglia; tutti sono abbietti e meschini del pari ; tutti l’annoiano, e eh’ è più, l’irritano, lo inimicano contro gli autori. Coni’ è del vino, debbono sostener la pruova de’ viaggi, e non è buono se non quel che ci arriva di là de’ mari o de’ monti. E’ non legge i nostri fogli, per ciò che sono opera d’ uomini naturali, eh’ e’ vede e conosce, e sono nati in queste paludi, come le ostriche della sua mensa o le ova del suo pollaio. I suoi giornali sono 1 ’ Entr’Acte e il Journal des toies et vioyens ; quivi è il sapere ; quivi lo spirito ! Qui da noi, quanto allo spirito, appena ei ne consente qualche faviluzza a Gaspare Gozzi, perchè Gaspare Gozzi, se non è di quei di colà, è almeno ora di que’ di lassù. Tanta acutezza di mente, tanta squisitezza di gusto male si sospetterebbero sotto quella tonda , e rugiadosa semjaian-