La grande ora della Bulgaria 71 sue campagne. Il fumo delle officine e il luccicale 'delle cupole dorate sono i primi segni della città ormai vicina; il treno si ferma rombando nella stazione: Sofia, la capitale! E subito un desiderio ci prende di conoscerla tutta, di scrutarla nella sua strana fisionomia di città moderna sovrapposta al villaggio turco antico, di imparare a conoscerla bene per poterci assuefare poi con minore sforzo alla psicologia dei suoi abitanti. Tanto grazioso e ospitale è l’aspetto di questa giovine capitale di centoventimila abitanti, che si è moltiplicata sei volte nella breve vita di un principato di trentacinque anni ormai trasformato in regno da quattro, e retto senza turbolenze! da un sovrano che celebra oggi il giubileo di venticinque anni della sua corona.... Ma Sofia non mi si è rivelata subito, tanto è vasta e varia e complessa nei suoi molteplici aspetti. Nei primi giorni ho dovuto rimanermene pago della prima impressione di letizia e d’ammirazione — mai smentita, del resto, durante la mia permanenza in Bulgaria; un’impressione che risponde bene alla fiducia istintiva inspirata da questo forte e savio popolo bulgaro, ch’io reputo arbitro della situazione balcanica. Poi, a- poco a poco, anche la vita intima di Sofia mi è apparsa più nitida, si è svelata di sotto l’aspetto un po’ rigido della città nuo-