VII. Al confine turco. Filippopoli, settembre 1912. 11 treno che mi ha condotto ieri a Filippopoli — a Plovnitz, come dicono cpii — si era trasformato dopo un’ora di viaggio nella sala di un club, anzi nella piazza di un meeting. Passata la prima stazione dopo Sofia, un viaggiatore ha incominciato a parlar di politica col vicino ; dopo due stazioni gli interlocutori erano quattro ; alla terza stazione la conversazione erà generale : i viaggiatori loquaci sono usciti dai varii compartimenti e il corridoio di comunicazione è divenuto un’aula parlamenta-re. Per riguardo all’ospite forestiero la discussione si svolgeva in un francese animatissimo ed espressivo. Soltanto, di tanto in tanto, qualche frase in bulgaro scambiata fra due degli interlocutori copriva evidentemente qualche segreto di guerra che non mi si voleva svelare.... La Bulgaria appariva, spariva fuor delle vetrate del treno in una fantasmagoria di sole