124 INTERMEZZO te anche dalle pagine che precedono — ma, a guerra scoppiata, non vorrà compromettersi in modo irrimediabile per le due più forti rivendicazioni tentate dai due suoi protetti. Quando la Serbia parrà decisa a qualunque passo contro l’Austria e ad affermare il suo dominio nell’Adriatico, la Russia mobiliterà ma non avrà nè un gesto nè una parola provocante contro l’Austria e l’ombra addensatasi in Galizia e in Polonia nei giorni di Natale dileguerà. Quando il Montenegro parrà volel* fare di Scutari e del suo possésso una questione di vita o di morte, la Russia non oserà sostenerlo. E mostrerà soltanto di ricordarsi del suo compito di protettrice slava, non mandando i suoi marinai a cooperare con le altre potenze nella spedizione di Scutari, per l’Albania e contro il Montenegro; affiderà anzi il proprio mandato alla Francia, che delle rivendicazioni greche e slave è stata durante tutta la guerra la depositaria costante. Questa astensione della Russia dall’intervento finale dell’Europa in Albania simbolizza bene quello che fu l’atteggiamento moscovita, un atteggiamento che non ismentì la tradizionale amicizia slava, ma che politicamente rappresentò una parte in sordina.