60 MONTE>EGRO cui nessuna preoccupazione politica incombe sul paese, gli sforzi di evoluzione si compiono, e riescono bene. Nei periodi di crisi politica le potenze che hanno in mano l’avvenire commerciale del Montenegro, vorrebbero servirsene per guidarne i destini. 11 male si è che il Montenegro ha fatto finora poco da sè ; abitato da soldati magnifici, non si può dire che sia abitato da lavoratori troppo solerti. È diffìcile vedere un paese più brullo di questo regno completamente alpestre ; e se voi scorgete qualche rarissimo abitatore disperso su per le vie montane, potete esser certi che si tratta di una donna. La donna porla i carichi, la donna si dà alla pastorizia. L’uomo.... L’uomo vi si risponde — non c’è. E non è un paradosso : in un paese che non tocca i trecentomila abitanti, gli uomini validi dovrebbero essere poco più di cinquantamila; se ne calcolate trentamila sotto le armi e diecimila all’estero, vedete che i maschi rimanenti non sono troppi: fra costoro sono i pochi montenegrini attivi. Gli stessi emigranti, (piando ritorneranno, sdegneranno di lavorare. Il montenegrino — se ha bisogno — va a lavorare all’estero, a far lo sterratore in America. Ma in patria, se può, non lavora. Ne consegue ch’egli è spesso il peggiore nemico di sè stesso. La sua felicità consiste nell’impugnar l’armi. Non mancano i montenegrini di talento che