180 città - le prime linee di difesa dei turchi, che abbracciano per una zona vastissima i dintorni. Pareva che la città d’Oriente vigilala dai campanili e dai minareti si protendesse come in un’offerta al cielo, distesa in una vasta conca fra le alture dei suoi montanari fedeli e le montagne dei suoi nemici di ieri, fra la vastità del lago che si stende giù giù fino a Rijeka come uno scenario fantastico e il filo d’argento del fiume che la unisce al mare. Era la città stanca che si apriva così finalmente alla nuova vita. Lontano, dalla parte di Siroka sotto il Tarabosch cupo e gigantesco, fucilate frequenti: erano i montenegrini che facevano fantasia, i padroni di tre settimane che si ritiravano sotto il gran monte del loro sacrificio. E veniva lentamente sul lago da Plavnitza il vaporetto italiano che ha ripreso da un mese soltanto la sua missione pacifica, mentre aveva per sette mesi servito come trasporto agli assedianti per tutte le opere della guerra : carico a giorni di pane e di viveri, carico a volte di munizioni per dare la morte, e — quasi sempre nei ritorni — di feriti e di moribondi. Li raccoglieva dalle linee degli avamposti e li portava spasimanti per sei ore sul lago : spasimanti ma silenziosi anche nelle giornate crude d’inverno in cui il vento agitava furiosamente il debole scafo. Piccolo e poco capace, doveva recare a volte cento feriti : il capitano li stendeva allineati sul pon-