La grande ora della Bulgaria 75 ministro di Bulgaria a Costantinopoli — se non erro — che vedendosi nel 1908 trattato da semplice agente diplomatico di uno Stato vassallo, lasciò la Turchia e diede occasione al suo paese di proclamare l’indipendenza e di minacciar guerra all’impero osmano. Sono al potere con lui i nazionalisti e gli zankowisli (il partito russofilo), mentre gli stainbulovisti — che non solo non sono ora al potere (parlilo ultranazionalista radicale) ma che hanno alcuni dei loro ex-ministri sotto processo per sospetto di concussione — vengono designati da molti come gli agitatori dell’opinione pubblica. In verità l’opinione pubblica è oggi spontaneamente commossa, e se mai il lievito fermentante è rappresentato dagli emigrati macedoni straordinariamente numerosi, da questo popolo d’irredenti che in Bulgaria invade l’esercito la scuola il commercio, e che grida ad ogni ora il suo diritto alla vita. Questa è la Bulgaria che oggi si agita. Vedete per le vie i popolani fuggiti dalla frontiera nei loro abiti da pastori; trovate negli alberghi i ri-voluzionarii macedoni venuti a gettar qui le basi delle nuove trame: ecco la nuova Sofia dei nuovi giorni. Non dissimile doveva esser l’aspetto di Torino ricolma d’emigrati alla vigilia delle guerre nazionali. Anche il Be è a Sofia. Ma pochi ne parlano.