34 MONTENEGRO l’apertura meridionale dalla quale converrebbe prendere l’offensiva per balzare sul nemico, *) ma i conflitti di frontiera — la primitiva contesa per la difesa del suolo e del lavoro dei campi — hanno luogo lassù: le brigate di fanteria agli ordini del generale Vukotic sono concentrate lassù. E il paese freme ancora di gioia ricordando il modo quasi selvaggio con cui fu distrutta poche settimane or sono la trincea costruita dai turchi davanti a Kolascin ; fu distrutta con i sassi, con le unghie, con le mani, dopo un attacco clic ebbe l’impeto selvaggio di un’aggressione. Nè a Cettigne i volti delle persone e delle cose spiravano divers’aria nei giorni scorsi: in un breve giro che ho fatto nei dintorni, avevo a guida un vetturino patriota che è stato a lavorare due anni in America. Ci intendevamo in un gergo italo-spagnuolo. «Se aspettano ancora qualche settimana a dichiarare la guerra, mi confessava, è molto meglio ; abbiamo quindici-mila montenegrini emigrati in America : bisognerebbe che ritornassero». L’osservazione del *) Quando poche settimane dopo il Montenegro dichiarò la guerra alla Turchia, il piano dello Stato Maggiore corrispose perfettamente a questi disegni. La divisione Vukotic a nord mosse su Berana, la divisione Danilo dal centro su Tuzi, e la divisione Martinovic per la via del sud sul Tarabosch contro Scutari. Le dislocazioni erano pronte da due mesi. Ma Scutari non fu presa in ventiquattr’ore !