144 ALBANIA Ai iati della via, nei campi, le tende degli zingari, avanguardie ultime della miseria dinanzi alla capitale dell’Albania.... Pure Valona ha in sè una linea di grande bellezza e nel disegno della sua baia e nel distendersi del suo piano la possibilità di un superbo avvenire. Come in tutti i paesi dove passò il turco e rimase, nulla si è fatto. Nulla: • il più selvaggio abbandono, a poche ore dall'Italia. Se si sale sulle colline qui presso, a Kanina, in una giornata senza nebbia l’Italia si vede laggiù. E l’Albania meridionale attende lutto da noi; ce lo ha detto il console De Fac-cendis, il nostro giovane rappresentante di qui che ha resistito alla dura prova del blocco e ha conservato ed ha aumentato all’Italia la devozione di questo paese; ce lo hanno ripetuto i notabili con cui abbiamo discorso a lungo. Valona viveva nell’attesa dei marinai d'Italia. Quando la brigatella giornalistica — attraversando i caratteristici bazars di questo borgo miserabile — è giunta alle scuole maschili dove ci hanno allogati, gli amici hanno dello: «Qui si sarebbe potuto collocare un comando italiano». Per ora la scuola l’abbiamo occupata, indegnamente, noi. Abbiamo Irasformato le aule in dormitorii e ci siamo messi a scrivere sui banchi di scuola come quando si faceva il compito da ragazzi. Chi ce lo avesse dello, allora! Abbiamo ribattezzato pompo-